Onde alte e poderose, clima mite, sabbia finissima, natura selvaggia e venti che soffiano sempre ininterrottamente: sono queste le caratteristiche che rendono la California una terra speciale per gli amanti degli sport acquatici, in particolare del surf.
Non è un caso che molti abitanti del posto – e non solo – ritengono che il surf dovrebbe essere istituzionalmente riconosciuto come lo sport ufficiale dello Stato Californiano. Non sarebbe la prima volta che uno Stato decide di ufficializzare e dichiarare uno sport come attività sportiva nazionale. Anche le Hawaii – dove il surf sarebbe nato e da dove sarebbe stato esportato in tutto il mondo- hanno da anni dichiarato questa attività sportiva come disciplina nazionale. La stessa cosa hanno fatto il Texas con il Rodeo, l’Irlanda con il calcio galenico o L’Alaska con le corse sulle slitte trainate dai cani husky.
In effetti sono pochi i Paesi che a livello internazionale possono contare le stesse caratteristiche marine, climatiche e geografiche della California: il clima sempre mite, ad esempio, offre la possibilità di praticare questo sport praticamente sempre, 365 giorni all’anno.
A ciò si aggiungono dei venti costanti che facilitano l’attività surfistica poiché aiutano a creare le “onde giuste” per surfare. Il merito è anche delle correnti marine che facilitano e potenziano la creazione di onde alte e maestose, nonché della natura vulcanica del sottosuolo oceanico.
Tutto ciò ha fatto sì che negli anni l’immagine della California sia stata associata a quella della patria dei surfisti: ogni anno sulle spiagge californiane si riversano migliaia e migliaia di turisti appassionati di surf che nelle calde acque californiane cercano di trovare la loro “onda perfetta”. Proprio in California, inoltre, si tengono alcune delle competizioni di surf più importanti e prestigiose del mondo e sempre qui si trovano alcune delle scuole di surf più serie e professionali.
Questo tema ha risvolti interessanti anche dal punto di vista politico, sociale ed economico. Si stima, infatti, che la zona a sud della california, quella dell’Orange County, genererebbe un giro d’affari enorme legato al surf che arriverebbe a circa 6 bilioni di dollari annui. Basta osservare il tasso di crescita esponenziale del turismo surfistico in queste zone per capire come il fenomeno sia destinato a crescere anche nei prossimi anni, tanto che molti paragonano ormai l’Orange County alla Silicon Valley in termini di introiti e di riflessi finanziari e produttivi per tutta l’economia americana.
Al di là delle valutazioni politiche, industriali e finanziarie, una cosa è certa: non c’è appassionato di surf che non sogni, almeno una volta nella vita, di cavalcare un’onda della California perchè qui, meglio che altrove, si respira il vero spirito dell’essere surfisti e di vivere a contatto con la natura e con la propria tavola da surf.